Lo Sbloccacantieri, le fake news e l’odio social

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Viaggiano da ieri sui social alcuni post ingiuriosi e superficiali, qualcuno li definirebbe fake news, sulla questione delle opere pubbliche sbloccate dal recente decreto legge detto “Sbloccacantieri”. Vorrei  chiarire alcuni punti e fare una riflessione su come oggi i social consentano a tanti che nulla hanno fatto per la Calabria, e molto per se stessi, di generare allarmismo e rabbia, e su come al contrario sia importante essere cittadini informati.

Lo “Sbloccacantieri” consentirà lo snellimento di una serie di procedure che ad oggi bloccano diverse opere pubbliche. Fin ad ora, in Italia, per completare un’opera pubblica servivano  anche 15 anni, a volte di più. Sono circa 600 quelle bloccate (per un valore di 50 miliardi di euro), di cui solo una sessantina di competenza del ministero delle Infrastrutture e le restanti 540 circa a carico di comuni, regioni ed altri enti. Questo significa che, laddove ci saranno i requisiti riconosciuti da questa legge, si potrà procedere accelerando la realizzazione di una miriade di opere congelate da anni, per non dire decenni.

Riguardo la Ss 106, consiglio a tutti di leggere la lettera aperta della collega Elisabetta Barbuto dove spiega nel dettaglio la cronistoria dei lavori di questa infrastruttura raccontando la verità: i lavori sono bloccati perché l’azienda che ha vinto l’appalto sta fallendo e non perché il governo, come qualcuno va dicendo per qualche manciata di like in più, si sia opposto. E’ di qualche ora addietro il comunicato del ministro Toninelli che sostiene come il commissariamento della Ss 106 sia stato pensato proprio per velocizzare i lavori.

Ma lo “Sbloccacantieri” non riguarda solo le grandi opere. In esso sono contenuti anche interventi per dare maggior tempo ai comuni sotto i 20 mila abitanti di impegnare i 400 milioni di euro messi in legge di bilancio 2019 riguardanti la messa in sicurezza di strade e scuole. Viene istituita dal 1° settembre 2019 “Italia Infrastrutture Spa”, al fine di aprire velocemente i cantieri delle opere pubbliche. Inoltre, entro un mese, un decreto del ministero  delle Infrastrutture dovrà fare la ricognizione delle risorse disponibili e avviare un nuovo programma di interventi infrastrutturali inerenti i piccoli comuni fino a 3.500 abitanti per la manutenzione di strade, illuminazione pubblica, strutture pubbliche comunali.

A tutto questo aggiungete pure che nel Decreto Crescita verranno stanziati 500 milioni di euro, destinati ai comuni fino a 250 mila abitanti, per l’efficientamento energetico, la messa in sicurezza di strade e scuole, la realizzazione di progetti di mobilità sostenibile.

Eppure tutto questo non basta per arginare la distorsione della realtà. E’ stato sufficiente un atto strumentale da chi sta sulla ribalta politica da molte più ere dei tempi di realizzazione di tante  infrastrutture e cattedrali nel deserto per alimentare l’odio sui social.

Quello che più mi desta amarezza è sapere che, per questi comportamenti che nulla hanno di responsabilità istituzionale,  alcuni colleghi vengono vessati e insultati, e per l’ennesima volta la disperazione dei calabresi viene cavalcata da quella sempiterna vecchia politica che sghignazza dietro le quinte pensando di potersi ripulire l’immagine sulle spalle di chi, fino ad oggi, ha lavorato in Calabria senza scendere a compromessi e ora prova fare quello che loro in tutti questi decenni hanno solo saputo promettere.

L’informazione corretta è fondamentale. Se vogliamo cambiare in meglio la Calabria e questo Paese dobbiamo iniziare ad informarci meglio, a chiedere spiegazioni senza prevaricare, ad usare un linguaggio pacato senza dare per scontato che il nostro interlocutore sia un farabutto. Qualora non dovessimo riuscirci, temo che avremo perso tutti in dignità e capacità di insegnare alle giovani generazioni un modo diverso di affrontare i problemi. Di fare politica.