Giornata dell’Europa, qualche riflessione

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“La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano.” Così affermava il Ministro francese Robert Schuman mentre proponeva la nascita della Comunità europea del carbone e dell’acciaio il 9 maggio 1950, per dare vita ad un progressivo sforzo di solidarietà e collaborazione che impedisse il ripetersi in Europa delle atrocità delle guerre che avevano devastato un intero continente e colpito drammaticamente molti altri.

Oggi, nel ricordare le storiche parole di Schuman, si celebra l’anniversario della nascita di quella che, con un processo di integrazione costante, diventerà l’Unione Europea. Molti sono i traguardi importanti raggiunti da questa istituzione, tante però le sfide perse o non ancora affrontate adeguatamente. Tra queste c’è sicuramente la volontà di mettere in campo una strategia comune di politica estera in grado di affrontare le prove di un mondo sempre più globalizzato, connesso e sottoposto a grandi questioni come il cambiamento climatico, l’aumento delle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali. Non c’è dubbio che il conflitto russo-ucraino sia la conseguenza di questa mancata capacità dei Paesi europei di condividere una strategia comune nel campo della politica internazionale, indipendente dai classici blocchi che si stanno riproponendo con enorme forza in questo momento, una strategia in grado di tutelare sempre e comunque i diritti fondamentali delle donne e degli uomini che abitano questo continente così articolato in centinaia di sfumature culturali e identità storiche.

L’Europa ha bisogno di una leadership forte, coesa e in grado di superare gli egoismi delle singole nazioni, altrimenti qualunque sforzo di unità economica e sociale sarà inutile davanti alla prepotenza delle questioni culturali e identitarie.

L’augurio è che tutti i leader europei si rendano conto che la pace si prepara con la solidarietà, il dialogo e la ferma volontà di abbattere le ingiustizie sociali garantendo a ciascun popolo le stesse opportunità per essere liberi e crescere nel rispetto delle diversità.

C’è ancora molto da lavorare per costruire davvero un’unione di popoli e di culture che non sia solo un libero scambio di merci, e oggi dinnanzi ad una guerra che si consuma nel cuore della nostra Europa, tutto questo ritardo è ancora più evidente.

(photo credit: Tag 43)