Il 2023, l’anno funestato dal governo Meloni

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Il 2023 è stato un anno difficile per il Paese: le persone fragili sono aumentate e con esse le sacche di indigenza che comprendono la categoria dei “lavoratori poveri”, le nostre ragazze e i nostri ragazzi vivono, e vivranno ancora, maggiori difficoltà nelle scuole. La stessa idea di coesione territoriale con la quale siamo cresciuti è a rischio.

Hanno cancellato il Reddito di cittadinanza, respinto il Salario minimo, battezzato il dimensionamento scolastico e stanno procedendo con inquietante spregiudicatezza verso l’Autonomia differenziata.

Però avremo il Ponte sullo Stretto. Nonostante in Calabria ed in Sicilia i cittadini abbiano difficoltà a spostarsi su strada (qualunque strada!) o su rotaia (qualunque tratta!).

Sono tutte iniziative che penalizzano il Mezzogiorno d’Italia e sono firmate dal governo Meloni o “Legoni” come dir si voglia considerato che il partito di Salvini detta l’agenda politica dell’esecutivo.

Eppure c’è un argine in Parlamento e sui territori. C’è una diga formata – principalmente – da donne e uomini del Movimento 5 stelle che, senza totem e padroni, si è messa di traverso a questa catapulta del tempo allestita dal centrodestra per spedire il Paese indietro nel tempo.

Anche io sto facendo la mia parte, il risultato di un lungo percorso di impegno e sacrifici. Che parte da lontano e che mi ha portato ad essere la prima donna a coordinare il Movimento nella nostra regione.

Ad esempio siamo stati in tutte le province calabresi, sia in primavera che in autunno, per un tour, insieme al nostro Roberto Fico, nel quale abbiamo raccontato i pericoli della secessione economica voluta dal disegno di legge Calderoli con l’Autonomia differenziata.  E lo stesso abbiamo fatto, ovunque in Calabria, per raccogliere le firme della proposta sul Salario minimo firmata da Giuseppe Conte ed andare incontro i 3 milioni di italiani che pur lavorano sono da considerarsi “poveri”.

Siamo stati a Villa San Giovanni di recente – da remoto era presente il presidente Conte – e con l’aiuto di esperti, attivisti, persone comuni abbiamo dato vita ad un importante dibattito sull’effettiva utilità e sostenibilità dell’infrastruttura, sui costi – economici e naturalistici – dell’opera, sul prezzo che dovranno pagare le centinaia di villesi che dovranno rinunciare alla propria casa perché saranno espropriati delle loro abitazioni. Insomma, abbiamo guardato “oltre il Ponte” ed abbiamo dimostrato che esiste una lista di altre priorità.

E diversi sono stati gli appuntamenti organizzati dove sono, siamo, stati presenti per denunciare il dimensionamento scolastico strombazzato dal Ministro Valditara che, solo in Calabria, porterà alla perdita di 79 autonomie scolastiche: gli istituti, accorpati alla rinfusa, rimarranno senza servizi, senza personale ed a rimetterci saranno solo i nostri ragazzi.

Però, ai nostri studenti, bisogna negare l’accesso a nozioni, riflessioni ed approfondimenti. E sì, perché noi del M5S – con me in prima fila – avevamo proposto una misura di civiltà come l’educazione affettiva e sessuale per consentire ai più giovani di orientarsi (mica su internet!) ed evitare tragedie come quelle di Caivano o Palermo giusto per attenersi alla cronaca.

La medesima consapevolezza che abbiamo voluto dare alle ragazze di Prime Minister. La prima scuola di formazione politica – gratuita e apartitica fra eventi in Calabria, a Napoli e Roma – attivata per consentire a studentesse dai 14 ai 19 anni di esprimere liberamente le proprie ambizioni e diventare ciò che vogliono.

Ecco perché non serve il “bavaglio” col quale questa maggioranza di governo vorrebbe zittire i giornalisti con un provvedimento iniquo in approvazione alle Camere che limita la possibilità di pubblicare estratti di atti processuali. O, peggio ancora, come hanno provato a fare con Report – fra le principali trasmissioni di approfondimento che abbiamo – e con Sigfrido Ranucci difeso da me e dai miei colleghi in Commissione Vigilanza Rai.

E ancora: attraverso gli strumenti consentiti ai parlamentari, come interrogazioni ed emendamenti, sono intervenuta a difesa dei tirocinanti e dei lavoratori della Abramo Customer Care, del Porto di Gioia Tauro, delle minoranze linguistiche calabresi, ho chiesto di salvaguardare i minori dell’ex Cara di Isola Capo Rizzuto,  di procedere, finalmente, alla bonifica del Sin Crotone-Cassano-Cerchiara rispettando le regole.

Una miriade di battaglie – di certo ne dimentico qualcuna – su Istruzione, Istituzioni, Welfare, Trasporti, Informazione, vertenze sociali.

Sembra, davvero, che all’orizzonte si presentino più ombre del solito ma non ci tireremo indietro dalle lotte politiche e civili di cui abbiamo bisogno.