Il cambiamento che vogliamo, che vorrei

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Il cambiamento che vogliamo e chiediamo deve iniziare da noi stessi. Me lo ripetevo sempre prima di questa avventura politica, ne sono ancora più convinta adesso che sono divenuta portavoce del Movimento 5 stelle alla Camera dei deputati.

Dico questo perché ricevo, continuamente, in via privata, richieste fra le più svariate.
Frutto della crisi, certo, del disorientamento e della perdita di speranza delle persone comuni come me, di sfiducia nelle istituzioni, ma frutto anche -forse soprattutto- del rapporto poco salubre che in Calabria più che altrove, per oltre mezzo secolo, si è instaurato fra gli elettori e gli eletti.
Diritti scambiati per piaceri, informazioni accessibili a tutti per segreti, segnalazioni per prassi consolidata. Ovvero tutto il repertorio della cosiddetta (consentitemi il ricorso al vernacolo che spiega meglio di ogni altra cosa) ‘mmasciata.

Alla politica e ai rappresentati politici che siedono in Parlamento spetta, secondo me, l’arduo compito della visione di un orizzonte migliore per la propria comunità, conducendo battaglie per il territorio e per quegli ideali la cui ricaduta interessi la collettività e non il singolo, il guadagno di tutti e non di uno. Perché altrimenti rimarremo sempre quello che siamo: gli ultimi degli ultimi. Senza possibilità di remissione alcuna.
Nell’era dei social e della condivisione ho pensato fosse giusto rendervi partecipi anche di questo, di come cioè la penso ed intendo agire.
Coraggio calabresi, un’altra strada è possibile.